VIDEO | Sudan, padre Delle Carbonare: “A rischio anche la città di El Obeid”

MondoVIDEO | Sudan, padre Delle Carbonare: “A rischio anche la città di El Obeid”

ROMA – I paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) controllano ormai tutta la regione del Darfur e c’è timore di una loro offensiva anche nel vicino Kordofan, in particolare nella città di El Obeid: a riferirlo è padre Diego Delle Carbonare, provinciale dei comboniani in Sudan. La sua testimonianza, in video-collegamento, è stata resa durante una conferenza promossa alla Camera dei deputati dalla parlamentare Lia Quartapelle. Secondo padre Delle Carbonare, dopo la presa questo mese di El Fasher da parte delle Rsf almeno 60mila persone sono fuggite dalla città, situata nel nord del Darfur. “Ora”, ha aggiunto il missionario, “c’è preoccupazione anche a El Obeid, dove in tanti stanno pensando di andare via”. Padre Delle Carbonare è intervenuto da Port Sudan, in riva al mar Rosso. El Fasher e El Obeid, capoluogo del Nord Korfofan, distano circa 500 chilometri. Il Sudan è ostaggio di un conflitto armato dal 2023: da un lato ci sono le Rsf, guidate dal generale Mohamad Hamdan Dagalo, detto “Hemedti”, e dall’altro i reparti dell’esercito fedeli a un altro generale, il presidente Abdel Fattah Al-Burhan.

QUARTAPELLE (PD): SUBITO CORRIDOIO UMANITARIO DA EL FASHER

Bisogna garantire subito l’apertura di “un
corridoio umanitario” per le persone ostaggio del conflitto
armato nella città di El Fasher, nella regione sudanese del
Darfur: è l’appello rivolto da Lia Quartapelle, parlamentare del
Partito democratico (Pd), promotrice di un incontro alla Camera
dei deputati.
Al suo fianco nel dibattito esponenti della congregazione dei
missionari comboniani, che nei giorni scorsi pure hanno chiesto
un intervento da parte dell’Italia in favore delle vittime della
guerra.
“Ad El Fasher la situazione è drammatica” ha sottolineato
Quartapelle, parlando della città, caduta questo mese sotto il
controllo dei paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf).
La deputata ha poi allargato lo sguardo all’intero Sudan,
ostaggio di un conflitto armato dall’aprile 2023: da un lato ci
sono le Rsf, guidate dal generale Mohamad Hamdan Dagalo, detto
“Hemedti”, e dall’altro i reparti dell’esercito fedeli a un altro
generale, il presidente Abdel Fattah Al-Burhan. “Gli sfollati
interni sono circa nove milioni, mentre altri quattro milioni
sono rifugiate all’estero” ha calcolato Quartapelle. “I morti
invece, secondo alcune stime, potrebbero essere già stati
150mila”.
Secondo la deputata, “a El Fasher sono in corso omicidi casa
per casa, che sono crimini di guerra e contro umanità”.

GAROFALO (SANT’EGIDIO): FARE TUTTO POSSIBILE PER PACE

“Fare tutto il possibile per la pace”:
questo l’appello di Mauro Garofalo, responsabile delle relazioni
internazionali della Comunità di Sant’Egidio, intervenuto a una
conferenza alla Camera dei deputati dedicata al conflitto armato
in Sudan.
La premessa, anche in un’intervista con l’agenzia Dire, è che
“la situazione umanitaria nel Paese è gravissima” e che “la
situazione politica è in stallo”.
Garofalo sottolinea che è necessario “fare tutto il possibile
per la pace”, riportando le parti in conflitto “al tavolo del
negoziato” per ricomporre il “mosaico” del Sudan.
Il responsabile della Comunità di Sant’Egidio denuncia che la
crisi dura da “troppo tempo”. “Ed è da troppo tempo”, aggiunge,
“che accogliamo persone sudanesi in fuga nei campi etiopici e
libici, che arrivano poi in Italia con i corridoi umanitari”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

Potrebbe interessarti

Check out other tags:

Articoli Popolari