“Peronospora e siccità incidono sulla quantità ma non sulla qualità”
Milano, 6 set. (askanews) – Una stagione vendemmiale di luci e ombre quella per il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, che sta affrontando le conseguenze degli sbalzi del clima di quest’anno. Nella regione è iniziata da pochi giorni la raccolta delle prime varietà d’uva, raccolta che sarà ricordata per la pesante incidenza della peronospora, che ha colpito principalmente l’infiorescenza, e della siccità, con una perdita media stimata intorno al 45-50%.
In una nota, il Consorzio spiega che la zona più colpita è stata quella del teatino (dove le perdite arrivano al 60%), che presenta la maggior densità vitata, dove le intense piogge dei mesi di maggio e giugno hanno messo a dura prova i viticoltori nella lotta fitosanitaria. Durante l’allegagione si è assistito poi a un deciso cambio di rotta dal punto di vista climatico, con temperature sopra le medie stagionali, che hanno rallentato le maturazioni creando i presupposti per una vendemmia lunga e complessa. La varietà bianca che si sta difendendo meglio è il Pecorino, mentre Passerina, Trebbiano e Montepulciano affrontano un calo più significativo.
Meglio della provincia di Chieti, la zona di Pescara e delle Colline Teramane, dove comunque la perdita della produzione si attesta su una media del 30-40%, e nei vigneti in quota, dove la peronospora ha fatto sicuramente meno danni.
“Sebbene le aziende hanno lavorato per tutta la stagione con costanza e precisione nella prevenzione della peronospora, da una prima stima sulle uve precoci che si stanno raccogliendo in queste settimane stiamo osservando un danno superiore al 45% della produzione” afferma il presidente del Comitato tecnico del Consorzio, Nicola Dragani, che però rassicura sul livello qualitativo del raccolto: “In alcune aree le condizioni pedoclimatiche e le altitudini hanno portato ad una minore incidenza del patogeno e, combinate con un lavoro efficace in vigneto, hanno permesso di contenere le perdite in pianta”.