Primato a Pisa con 545 euro a famiglia
Roma, 29 mag. (askanews) – “Abbiamo condotto uno studio sulla Tari che mette in luce un aumento del carico fiscale sulle famiglie italiane, a seguito di un incremento medio del 9,69% di questa tassa nell’ultimo quinquennio. Ancora una volta sono le famiglie meno abbienti a sopportare un peso fiscale maggiore”. Lo dichiara la segretaria confederale della Uil Vera Buonomo.
“È evidente – ha sottolineato la Buonomo – che il sistema attuale non solo fallisce nel garantire equità e giustizia sociale, ma acuisce le diseguaglianze, creando disparità tra le diverse aree geografiche del Paese”.
Dalla ricerca emerge che in termini assoluti, una famiglia di quattro persone, residente in un’abitazione di 80 mq e con reddito ISEE pari a 25 mila euro, ha pagato, in media, 331 euro per la tassa sui rifiuti nel 2023, rispetto ai 302 euro versati nel 2018. L’impatto della Tari sul bilancio familiare, nel 2022, è stato dello 0,64% nelle Regioni del Nord Est, ed è salito all’1,34% in quelle del Mezzogiorno.
“Un aumento – secondo l’esponente della Uil – non giustificato soprattutto per la carenza dei servizi resi che in alcune grandi città risultano spesso inefficienti a causa delle limitate risorse disponibili”. “Peraltro, la Tari è destinata ad aumentare in modo maggiormente significativo – ha precisato la Segretaria confederale della Uil – nei Comuni che, nel 2023, non hanno operato una revisione del piano tariffario. Questi enti, infatti, sconteranno la crescita dell’inflazione e l’aumento del costo dell’energia, a causa dei ritardi nell’approvazione e pubblicazione delle delibere”.
Secondo la ricerca della Uil, nel 2023, Pisa detiene il primato del costo maggiore, con una media annuale di 545 euro per famiglia. Seguono Brindisi con 518 euro, Genova con 508 euro, Latina con 495 euro, Napoli con 495 euro, Pistoia con 492 euro, Catania con 475 euro, Trapani con 472 euro, Messina con 470 euro e Taranto con 469 euro.
L’aumento della tariffa più consistente si è registrato a Rovigcon un +61,34%. Latina invece ha visto un aumento del 29,38%, a Firenze, l’aumento è stato del 14,67%, Napoli ha registrato un aumento dell’11,87%.
“I dati – aggiunge – dimostrano che nei comuni virtuosi e dotati delle risorse necessarie per investire nella gestione dei rifiuti si raggiungono migliori risultati in termini di raccolta differenziata, con ricadute positive sull’emissione della Tari per gli utenti”.
A Belluno, infatti, nel 2023 le famiglie hanno pagato decisamente meno per la Tari, con una spesa media annua di 178 euro, confermandosi così come la città più virtuosa in assoluto. Seguono Novara con 183 euro, Pordenone con 186 euro e Brescia con 187 euro. Anche Ascoli Piceno ha una spesa media di 187 euro, mentre Macerata e Trento si attestano entrambe a 189 euro. Fermo segue con 191 euro, Mantova con 192 euro e Vercelli chiude con 197 euro.
“Alla luce del nostro studio – ha concluso la Segretaria confederale Vera Buonomo – per la Uil risulta fondamentale migliorare i servizi, favorendo un approccio coordinato a livello nazionale in grado di contrastare le disparità territoriali”.