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Rafah, media: “Israele ha usato bombe guidate ‘made in Usa’”

Dall'Italia e dal MondoRafah, media: "Israele ha usato bombe guidate 'made in Usa'"

(Adnkronos) – Fabbricate negli Usa. Erano state prodotte negli Stati Uniti le munizioni utilizzate nel raid che domenica scorsa ha fatto, secondo le notizie da Gaza, decine di morti tra i palestinesi rifugiati in un campo per sfollati a Rafah. E’ la conclusione a cui giungono New York Times e Cnn. Frammenti delle munizioni filmati nel luogo dell’attacco il giorno dopo il raid mostrano quel che resta di una bomba guidata Gbu-39, progettata e fabbricata negli Usa, scrive il Nyt. Per Trevor Ball, con un passato da esperto nell’esercito Usa che ha individuato l’arma e l’ha scritto chiaramente su X, il dettaglio cruciale nei frammenti sarebbe il sistema di azionamento della ‘coda’, che controlla la ‘guida’ della Gbu-39 verso un obiettivo. 

Secondo Ball, c’erano dettagli chiaramente visibili fra i frammenti. E quei pezzi, filmati dal giornalista palestinese Alam Sadeq, erano anche contrassegnati da una serie di numeri, che inizia con ‘81873’. Si tratta, scrive sempre il giornale, del codice identificativo unico assegnato dal governo Usa alla Woodward, con sede in Colorado, fornitore di componenti per l’industria aerospaziale, anche per la Gbu-39. 

“La parte della testata” della munizione “è distinta e la sezione di guida e ala è davvero unica rispetto ad altre”, ha concluso Ball con la Cnn, dicendo di aver “visto la sezione di azionamento della coda” e aver “capito subito che si trattava di una delle varianti Sdb/Gbu-39”.  

La rete americana ha ottenuto immagini che mostrano vaste aree del campo di Rafah in fiamme, con decine di persone, anche donne e bambini, che cercano un riparo. Corpi bruciati, anche di bimbi, sono stati estratti dalle macerie. La Cnn ha geolocalizzato video con tende in fiamme dopo il raid contro il campo per sfollati noto come ‘Kuwait Peace Camp 1’ e spiega di aver geolocalizzato filmati condivisi sui social media in cui – confermano anche altri tre esperti di armi che hanno esaminato le immagini per la rete – è visibile appunto la parte posteriore di una bomba Gbu-39 Sdb (Small Diameter Bomb). Una munizione descritta dall’esperto Chris Cobb-Smith come ad alta precisione, concepita per provocare un numero ridotto di danni collaterali. Ma, ha aggiunto, “l’uso di qualsiasi munizione, anche di queste dimensioni, comporta sempre dei rischi in un’area densamente popolata”. 

Altri due esperti, Richard Weir di Human Rights Watch e Chris Lincoln-Jones, ex ufficiale delle forze britanniche, hanno identificato il frammento nel video analizzato dalla Cnn come parte di una Gbu-39 di fabbricazione Usa.  

Il Nyt scrive che per mesi funzionari statunitensi hanno esortato i militari israeliani ad aumentare l’uso delle Gbu-39 a Gaza perché a livello generale sono più ‘precise’ e più consone a contesti urbani rispetto a munizioni più grandi, comprese quelle da 2.000 libbre, prodotte sempre negli Usa e utilizzate da Israele. 

Dopo il raid di domenica a Rafah, ieri i militari israeliani hanno fatto sapere di aver utilizzato “le munizioni più piccole utilizzabili per i nostri jet” nell’operazione contro due comandanti di Hamas, bombe con 17 chili di materiale esplosivo. Ma gli stessi militari israeliani non hanno voluto precisare al Nyt quali bombe siano state utilizzate. E il giornale e la rete sottolineano come le Gbu-39 abbiano circa 17 chili di esplosivo. 

Secondo il portavoce dei militari israeliani, Daniel Hagari, “le nostre munizioni da sole non avrebbero potuto innescare un incendio delle dimensioni” di quello di domenica che ipotizzano possa essere stato provocato da un’esplosione ‘secondaria’ per la possibile presenza nell’area di armi o materiali combustibili. Da Gaza denunciano la morte di 45 persone. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato di “tragico indicente”. 

“Come risultato del raid a Rafah non ho cambiamenti di politica da annunciare – ha detto ieri il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby – Gli israeliani stanno indagando, osserveremo con grande interesse quello che scopriranno”. E ieri sono arrivate notizie di tank israeliani nel centro di Rafah, per la prima volta da quando il 7 ottobre dello scorso anno Israele ha avviato le operazioni militari contro Hamas nella Striscia di Gaza, dove – dicono dall’enclave palestinese – si contano più di 36.000 morti. Operazioni scattate in risposta al terribile attacco di quel giorno in Israele.  

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