BOLOGNA – Sarebbero almeno quattro, forse cinque, il numero degli alpinisti italiani morti in Nepal, dove nei giorni scorsi si sono abbattute una serie di tempeste e nevicate portate dal ciclone Montha. E, se Stefano Farronato e Alessandro Caputo sono morti dopo essere rimasti bloccati al Campo 1 sul Panbari, a 5.200 metri a causa di una forte nevicata, gli altri due italiani facevano invece parte di un gruppo di nove persone che era in Nepal per scalare il monte Dolma Khang, una vetta di 6.632 metri.
CHI SONO LE VITTIME
Le vittime sono Paolo Cocco (fotografo) e Marco Di Marcello, che erano amici ed entrambi di origine abruzzese. Il corpo di Paolo Cocco è già stato individuato, quello di Di Marcello no. Sarebbero morte, oltre ai due italiani, anche altri membri della spedizione, composta di persone di diverse nazionalità. Il gruppo, nella mattinata di sabato 1 novembre, è stato travolto da una valanga mentre si trovava nel campo base. “Ho visto i sette corpi, le operazioni di recupero sono ancora in corso”, ha raccontato all’agenzia AFP lo sherpa Phurba Tenjing dell’agenzia di spedizioni Dreamers Destination, che aveva organizzato la salita per parte del gruppo. Lo sherpa e altri membri del gruppo si sarebbero invece salvati.
LA TRAGEDIA DEL PANBARI
Stefano Farronato e Alessandro Caputo erano stati colti da una tempesta la sera tra lunedì 27 ottobre e martedì 28 ottobre. Il terzo alpinista del trio, Valter Perlino, era sceso al campo base (a 4.800 metri) la sera di lunedì, perchè aveva un piede dolorante. Questa decisione gli ha salvato la vita. Dal campo base (anch’esso investito dalle nevicate), Perlino è stato tratto in salvo da un elicottero governativo del Nepal nella mattinata di di domenica 2 novembre. Le autorità nepalesi stanno coordinando le operazioni di recupero nelle due aree. Dal canto suo la Farnesina sta monitorando la situazione ed è in contatto con le famiglie delle vittime.
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