“Fortuna di un vino e di un brand è prodotto del legame con territorio”
Milano, 14 ago. (askanews) – “Ci piacerebbe che Salemi in futuro possa diventare ‘Città del Vino’ e stiamo lavorando affinché questo avvenga: crediamo infatti che la fortuna di un vino e di un brand sia il prodotto del suo legame con il territorio”. Lo ha annunciato Giuseppe Gambino, direttore vendite e sviluppo commerciale di Colomba Bianca, la cooperativa vitivinicola con sede a Mazara del Vallo (Trapani) che riunisce 2.480 viticoltori.
“Il territorio di Salemi ha tutte le caratteristiche per emergere come culla ideale per gli spumanti e per i vini rossi strutturati” ha spiegato Gambino, ricordando che “abbiamo intrapreso un percorso: far diventare questa area un’unità geografica aggiuntiva di Doc Sicilia”. Nel marzo scorso, infatti, il Comitato promotore aveva chiesto alla Regione Sicilia il riconoscimento di Salemi come unità geografica aggiuntiva della Doc Sicilia e la conseguente abrogazione della Igt Salemi. L’annuncio è stato fatto a margine di “Calici di stelle” nel Castello di Salemi, l’iniziativa organizzata da Colomba Bianca-Biocantine di Sicilia, in collaborazione con il Comune della cittadina siciliana e veicolato dal Movimento Turismo del Vino.
“Il turismo del vino rappresenta uno strumento di arricchimento e di valorizzazione delle tradizioni locali, un ponte tra la storia millenaria dell’arte vitivinicola e la modernità dell’industria turistica. Il territorio, con le sue vigne, le Cantine, le tradizioni culturali e le eccellenze enogastronomiche costituisce un patrimonio unico capace di attrarre visitatori da tutto il mondo” ha spiegato il presidente di Colomba Bianca, Dino Taschetta, aggiungendo che “questo turismo non solo arricchisce le esperienze dei viaggiatori, ma contribuisce anche alla conservazione delle tradizioni agricole e culturali, alla promozione delle produzioni locali e all’incremento delle attività economiche nelle comunità vinicole. Ci impegniamo – ha concluso – a lavorare insieme per sviluppare e valorizzare l’enoturismo in modo etico, rispettoso e vantaggioso per tutti gli attori coinvolti”.