A cura di Elisabetta Pisu
Roma, 21 ago. (askanews) – Negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi in mostra le scarpe più iconiche della moda made in Italy.
Un suggestivo percorso tra le calzature più significative, che maggiormente hanno segnato la loro epoca, determinando un cambio di rotta, in qualche caso una rivoluzione, dei costumi.
Si tratta di “Italian Shoe Design Symphony”, la mostra a cura di Elisabetta Pisu, che ha presentato 28 paia di calzature femminili fra esemplari storici e modelli di recente realizzazione, selezionate fra i marchi e i designer più rilevanti della moda italiana.
Scarpe introvabili, alcune delle quali gelosamente custodite dalle case di moda, esemplari unici, scelti per la portata innovativa del loro design o per il loro potere fortemente evocativo, che presentano una gamma molto diversificata di stili e modi di pensare l’oggetto-scarpa.
Qualcuna riprende la forma e l’estetica di un classico decolleté, altre rimandano a una narrazione più complessa, qualche modello gioca sul filo dell’ironia, qualcun altro cela un messaggio visibile a pochi, altre sono creazioni artistiche, opere d’ingegno che nascono per non essere mai indossate.
“La scarpa è portatrice di importanti valori sociali e culturali”, spiega Elisabetta Pisu, “un accessorio capace di rivelare la personalità, lo status e l’identità di chi la indossa”, un oggetto che diventa tanto più significativo quanto più la sua celebrazione si rivolge alle donne degli Emirati Arabi, dove la mostra ha luogo, le cui scarpe elegantissime con i tacchi a spillo fanno capolino da sotto l’abaya, il lungo abito tradizionale islamico. Come osserva Ida Zilio-Grandi, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, “questa mostra, organizzata in occasione dell’Italian Design Day 2023, illumina una volta di più la creatività e la capacità artigianale degli italiani e certamente affascina le donne negli Emirati, le quali adorano forme, colori e dettagli che colpiscono lo sguardo”.
Come in una sinfonia di colori e forme, l’esposizione porta al pubblico l’idea di un componimento musicale variegato, una partitura fatta di tonalità brillanti e forme scultoree che risuonano secondo un’armonia comune. A scandire la selezione da parte della curatrice Elisabetta Pisu sono due temi, fil rouge dell’installazione: il tacco, vertiginoso e a spillo, a volte ai limiti del possibile, che rende desiderabile e quasi inaccessibile la scarpa, e la lucentezza, declinata nei tessuti riflettenti e nelle pietre Swarovski, che fanno della scarpa un gioiello prezioso.
“Le calzature hanno avuto un’evoluzione continua nel corso dei secoli”, racconta la curatrice, “le punte hanno cambiato forma più volte diventando arrotondate, squadrate oppure assottigliandosi. Di pari passo il tacco ha mutato aspetto e dimensione, alzandosi o riducendosi, diventando largo o a rocchetto, assumendo un’importanza fondamentale nell’architettura della scarpa”.
In esposizione ad Abu Dhabi abbiamo ritrovato tutta la creatività e l’ingegno che hanno fatto della calzatura e del design made in Italy tout court la punta di diamante dell’identità nostrana, riconosciuta in tutto il mondo come un’eccellenza unica, che parla il linguaggio dell’artigianalità, dell’unicità, della qualità e della sostenibilità ambientale.
Una sinfonia di stili, forme e colori che fa uso di tutte le note della creatività: dalle invenzioni visionarie di Salvatore Ferragamo all’estetica minimalista di Sergio Rossi, dalla preziosità di René Caovilla alle allegorie di Prada, e ancora l’eclettismo di Versace e le architetture eleganti di Diego Dolcini, fino ad arrivare alle proposte dei giovani designer italiani, con le forme inusuali e i colori accesi di Francesca Bellavita, le linee essenziali e raffinate di MARIæN e l’iper-femminilità di Alfredo Piferi che unisce glamour e sostenibilità.
Elisabetta Pisu è una curatrice di design con una formazione in sociologia e in management culturale.
Il suo ambito di ricerca è il design contemporaneo in relazione ai processi produttivi, alle valenze sociali e all’evoluzione dei nuovi linguaggi espressivi.
Oggetti, ambienti e architetture sono al centro dei suoi interessi di studio, tesi a indagare il ruolo mutevole del design nella società contemporanea. Nel 2016 fonda EP studio che si occupa di ideazione, organizzazione e curatela di mostre internazionali di design con particolare attenzione alla diffusione e promozione del made in Italy.
Ha collaborato con importanti istituzioni culturali e curato mostre in prestigiosi musei, tra i quali: Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen (Copenaghen, Danimarca), Craft + Design Centre a Canberra (Australia), Design Museum Gent (Belgio), Cube Design Museum (Olanda), Design Museum Holon (Israele), Museum of Craft and Design (San Francisco, USA), MODA – Museum of Design Atlanta (Atlanta, USA), L. A. Mayer Museum for Islamic Art (Israele), COD – Center for Openness and Dialogue (Albania).
L’inaugurazione della mostra si è tenuta alla presenza della stessa curatrice, nonché di Shaikha Al Ali, designer della moda degli Emirati Arabi Uniti, la designer Elena Salmistraro, scelta come testimonial dell’Italian Design 2023 negli EAU, Angela Vettese, direttrice del corso di laurea magistrale di arti visive e moda presso l’Università IUAV di Venezia, ed Elena Marinoni, direttrice dei programmi educativi presso l’Istituto Marangoni di Dubai. La serata è stata allietata da un concerto della Abu Dhabi Youth Orchestra, diretta da Aldo Dotto.