Confronto con maggiori città mondiali di Assolombarda e Milano&Partners
Milano, 18 ott. (askanews) – Milano ha reagito prontamente al Covid-19, recuperando in pieno. Dinamismo economico e di business sono i tratti distintivi della città, rafforzati dalla pandemia stessa. Ma il suo ritmo di ascesa recente rimane modesto con ampi gap rispetto alle principali città mondiali. In prospettiva occorre una risposta urgente allo squilibrio demografico atteso, che si somma alla fatica mostrata di recente nell’attrarre giovani e talenti. E’ quanto emerge dal report “Tendenze e sfide della città nel contesto globale” realizzato in occasione della presentazione della terza edizione di “Your next Milano”, l’evento di Assolombarda e Milano & Partners volto a promuovere un confronto sulla città e sulle sue performance a livello internazionale.
Milano viene confrontata a livello internazionale con dieci città che, insieme al capoluogo lombardo, sono integrate e rilevanti nel network economico globale. La comparazione include realtà quali Amsterdam, Barcellona, Berlino, Londra, Monaco, Parigi, Chicago, New York, San Francisco e Tokyo.
Sotto il profilo della performance economica, nel 2022 rispetto al 2021, il valore aggiunto di Milano è cresciuto del 4,5% annuo, variazione inferiore ad Amsterdam (+8,4%), Barcellona (+5,5%) e Berlino (+4,9%), ma superiore a New York (+3,2%), Parigi (+2,6%) e Monaco (+2,1%). A confronto con il periodo precedente l’avvento della pandemia, la ripresa economica registra significative differenze tra città. In questo ambito Milano segna la performance migliore tra i benchmark, con un incremento del 6% nel 2022 sul livello 2019, ben oltre il +1% registrato a livello nazionale. Tra i benchmark che sono riusciti a colmare il gap con il pre-Covid, seguono Berlino (+5,8%), Amsterdam (+5,3%), New York (+4,1%), Chicago (+3,5%) e, infine, Monaco (+1,1%). Barcellona e Parigi invece, non sono ancora tornate sul valore del 2019, distanti rispettivamente del -1,3% e -0,9%.
Andamenti verso la stessa direzione, ma a ritmi divergenti, si osservano anche lato mercato del lavoro. Dopo un 2021 eterogeneo, che ha visto tassi di disoccupazione sia crescenti, sia stazionari, sia in diminuzione, nel 2022 l’indicatore cala per tutte le città considerate. Nonostante la discesa, tassi elevati permangono a Barcellona (9,7%) e Berlino (8,8%); a seguire troviamo il 5,7% di Parigi e il 5,4% di Milano, comunque in contrazione consistente dal 6,5% dell’anno precedente.
Il rapporto esamina poi l’aspetto demografico. Tra il 2011 e il 2023 la popolazione è aumentata del 7,5%, per un totale di 1 milione e 354 mila residenti. Questa crescita non è però riconducibile al saldo naturale, ovvero alla differenza tra nascite e decessi, che risulta negativo già da diversi anni e che si prevede tale anche in futuro. Inoltre, tra il 2010 e il 2022 il tasso di fecondità totale nella città metropolitana di Milano è passato da un valore di 1,56 figli per donna a 1,23. Tuttavia, se nel 2010 il tasso di fecondità era maggiore della media nazionale, nel 2022 è invece leggermente al di sotto; la crescita di Milano è quindi dovuta principalmente alla mobilità, sia dal resto d’Italia che dall’estero. Secondo l’Istat nel 2031 Milano avrà oltre 55 mila residenti in più rispetto al 2023, per una popolazione complessiva di 1 milione e 409 mila persone. In particolare, l’aumento sarà trainato dalle fasce 15-64 anni e, maggiormente, dagli over 65, che formeranno un quarto della popolazione residente. Nel confronto internazionale, Milano è già oggi “la città più anziana” rispetto ai dieci benchmark (24,4% l’incidenza degli over 65 sul totale popolazione) e nel 2031 sarà anche “la città meno giovane” (11,5% gli 0-14 anni). Alla luce di tutto ciò, diventa ancor più importante per Milano incrementare la capacità di attrarre giovani talenti dall’estero, così come trattenere quelli già presenti nel territorio.