Sniffy, la polvere legale da sniffare: citrullina per citrulli

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ROMA – Ci scommetto, tra poco Sniffy conquisterà molti nasi. Al momento, narrano le cronache, sono soprattutto giovani e giovanissimi che lo acquistano in rete. È una polvere bianca, ma guarda un po’, aromatizzata con vari gusti. Riservata agli adulti (seeee) promette un aumento istantaneo della propria energia per 20-30 minuti tutti Superman o Superwoman. Contiene caffeina, taurina e creatina, poi arginina, citrullina, beta-alanina e maltodestrina. Soprattutto la citrullina mi ha incuriosito, anche perché si sa che il mondo è pieno di citrulli pronti a tutto. Esiste, la citrullina è un aminoacido. Una volta sintetizzata nell’organismo, la citrullina è coinvolta in particolare nel ciclo dell’Urea attraverso il quale l’Ammoniaca – sostanza tossica – viene trasformata in Urea che è facilmente eliminabile dall’organismo con le urine.

Tornando a Sniffy, è chiaro che potrebbe presto diventare un problema, forte il messaggio che la collega direttamente alla cocaina, stessa polvere bianca, che si prende allo stesso modo, direttamente dal naso grazie a una mini cannuccia fornita con la confezione. Sniffy è già in vendita in numerosi paesi europei, è legale. Le cronache narrano della rivolta dei tabaccai francesi, che si sono rifiutati di metterla in vendita. Si vedrà se questa diga reggerà l’urto della pressante e sempre maggiore richiesta dei citrulli. Altro problema, come sapere se alla fine chi avrà la polvere in mano rispetterà la dose consigliata di 2 grammi al giorno. Questa è l’ultima che arriva dal mercato libero. In Italia il Governo Meloni ha già detto che userà metodi duri contro le droghe. In queste ore ne sanno qualcosa tutti i produttori della canapa legale che un emendamento lla Camera ha di fatto messo fuorilegge. Forte la protesta dell’Associazione Imprenditori Canapa Italia, che ha subito chiesto l’apertura di un tavolo di concertazione con il Governo. Perché, dicono, in pericolo ci sono decine di migliaia di lavoratori e le attività di centinaia di imprenditori che hanno fatto investimenti e ne stanno facendo. È doveroso, spiegano, sottolineare che le infiorescenze di canapa industriale non costituiscono droga né sostanza stupefacente, ma rappresentano un prodotto agricolo sicuro, che non mette a rischio la sicurezza pubblica. L’approvazione di tale emendamento penalizzerebbe ingiustamente un settore produttivo che include numerose aziende e operatori, impiegando oltre 10.000 persone e generando un volume d’affari superiore ai 500 milioni di euro.

La canapa industriale è una risorsa di grande valore per l’agricoltura italiana contribuendo alla sostenibilità ambientale, alla diversificazione delle colture e alla creazione di posti di lavoro in molte regioni del Paese. Tornando a Sniffy, ho cercato di capire perché sta crescendo il bisogno di drogarsi. Leggendo soprattutto ricerche svolte in ambito psicologico, si capisce che le stesse droghe assumono funzioni diverse in base ai significati con i quali chi ne è dipendente costruisce il suo mondo. Tralasciando la vasta letteratura e gli scrittori di fama che nei decenni hanno sfornato opere su opere sulle loro esperienze con le droghe, alla fine la motivazione sembra convergere sul desiderio universale e sempre presente di auto-trascendenza, del bisogno che tutti sentiamo di prenderci una pausa dalla personalità cosciente e dai suoi problemi di autoaffermazione. Uno studio condotto su tossicodipendenti impegnati in un percorso riabilitativo (e ringrazio la psicologa Chiara Pensa e la psicologa e psicoterapeuta Valeria Ugazio) si è scoperto che in tutti loro prevaleva un modo particolare di organizzare il significato nella costruzione del proprio mondo, alimentato da specifiche emozioni.

La maggioranza dei partecipanti alla ricerca apparteneva alla semantica della bontà e aveva fatto un uso prevalente di eroina e cocaina. Tutti leggevano la propria storia attraverso la polarità buono/cattivo e vivo/morto alimentate da piacere/disgusto. Buono per loro era chi nella rispettiva famiglia rinunciava ad esprimere i propri desideri e difendere i propri interessi, chi si sacrificava, chi si allontanava. Cattivo era invece chi esprimeva la propria sessualità e pulsioni aggressive. Le persone si descrivevano spesso come scisse in due parti: una li incitava ad affermarsi, coinvolgersi emotivamente, vivere, esprimere le proprie emozioni; l’altra impediva loro l’espressione di affetti e impulsi. In questo quadro, la cocaina consentiva loro il libero sfogo di pulsioni represse e ‘finalmente potevano vivere’; l’eroina assumeva invece il significato opposto di anestetizzare, sedare, reprimere le emozioni, senza soffrire. Ora ci sarà da confrontarsi anche con Sniffy.

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